Tra Storia e Roccia: Uno Sguardo Geoarcheologico sul Monte San Domenico
Nel centro dell'Irpinia, sul monte S. Domenico, rilievo del territorio di Chiusano di San Domenico, a un'altitudine di circa 800 metri, si possono osservare i resti del Castello e della Chiesa di San Domenico, emblematici di un passato medievale ricco di storia e leggende. Questo luogo non solo narra la storia di un antico maniero e di una chiesa dedicata al santo domenicano, ma fornisce anche un'opportunità per esplorare la geologia e l'ambiente circostante, che hanno avuto un impatto significativo sulla storia e sulla vita di questa comunità.
Il Castello di Chiusano:
Guardia Longobarda
Eretto
nel X secolo dai Longobardi, fu costruito sul monte S. Domenico per sorvegliare l'ampia area compresa
tra le valli del Sabato e del Calore, in una posizione strategica che
consentiva di monitorare l'antico Ducato di Benevento. Nel 1147, il feudo di
Chiusano era di proprietà di Riccardo de Clusano, come indicato nel Catalogo
dei Baroni. Successivamente, Giordano gli succedette, morendo nel 1278 e probabilmente
sepolto all'interno delle mura del castello, che venne abbandonato poco dopo.
Un Viaggio nel Tempo
Oggi, i resti del Castello e la Chiesa di San Domenico sono un tesoro storico e culturale di inestimabile valore. Visitare questo luogo significa tuffarsi in una storia che risale al Medioevo, tra Longobardi, feudi e affascinanti leggende popolari.
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M.te S. Domenico (lato est) - Resti del Castello |
Inoltre, il
sito offre una vista spettacolare sulla valle sottostante, rendendo la visita
un'esperienza indimenticabile per chi ama la storia e la natura.
La
geologia che sostiene la storia
Il mio interesse per il Castello e la Chiesa di San
Domenico nasce non solo dal fascino delle loro rovine, ma anche dal contesto
profondo e stratificato che le circonda: il legame indissolubile tra le
strutture altomedievali e la geologia del luogo in cui sono state erette.
Durante le mie osservazioni, ho esaminato come la
geologia abbia influenzato la scelta del sito stesso.
Il Monte San Domenico si trova ai piedi della falda nord del gruppo del Monte Tuoro-Luceto, una breve diramazione del versante ovest del Monte Calvarosa. La cima del monte presenta un’area pianeggiante dove, in epoca medievale, furono costruiti la chiesa e il castello.
La rupe, che raggiunge quasi gli 800 metri di altezza e ha un
dislivello di circa 100 metri rispetto al fondovalle, si distingue nettamente
dai morbidi terreni flyschoidi miocenici che la circondano.
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M.te San Domenico (lato ovest) I resti del castello e la chiesa |
Il Monte San Domenico appare
come una rupe solida e isolata, ben differente dai rilievi collinari più dolci
che lo circondano. Questa particolare conformazione è dovuta alla presenza di
un substrato calcareo mesozoico, tipico dell’Appennino meridionale, che offre
una notevole resistenza meccanica e una bassa erodibilità.
Queste caratteristiche
geotecniche spiegano perché, in epoca altomedievale, si scelse di fondarvi un
castello e successivamente una chiesa: un luogo non solo difficile da
attaccare, ma anche destinato a durare nel tempo. La vetta, una terrazza
naturale, fu sfruttata per creare una base stabile, ideale per opere murarie
significative.
Il substrato ha anche reso possibile il riutilizzo dei materiali lapidei: quando il castello perse la sua funzione difensiva, le sue stesse pietre – di calcare massiccio locale – furono utilizzate per costruire la Chiesa di San Domenico, creando così una continuità tra la struttura militare e quella sacra, che riflette una strategia insediativa ben ponderata.
La sommità, che è sia naturale che parzialmente modificata dall'uomo, è stata utilizzata per erigere il castello, che in seguito è stato affiancato da una chiesa.
In questo contesto, il sito rappresenta un chiaro esempio di come geologia, architettura e storia si intrecciano per creare una visione unitaria del paesaggio.
Chiesa e Castello: due strutture, un solo substrato
Uno degli aspetti più affascinanti che ho voluto esplorare è la connessione materiale tra il castello e la chiesa: si pensa infatti che la pietra usata per costruire la chiesa provenga proprio dal castello, ormai abbandonato. Ma oltre al semplice riutilizzo dei materiali, c’è qualcosa di più profondo: la sacralizzazione di un luogo già potente per la sua posizione.
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Chiesa di San Domenico |
Durante l'epoca longobarda e poi
normanna, non era insolito che edifici religiosi sorgessero su siti difensivi,
quasi a voler continuare a "proteggere" spiritualmente ciò che un
tempo era difeso con la forza.
Un sito fragile, tra erosione e sismicità
L'Irpinia è conosciuta per
essere un'area sismica e il sito del Monte San Domenico non fa eccezione. Le
strutture rimaste mostrano chiaramente i segni del tempo, ma anche quelli di
eventi sismici – come il terremoto del 1980 – che hanno cambiato radicalmente
l'aspetto della chiesa. L’erosione della roccia e la vegetazione spontanea
rappresentano oggi ulteriori minacce per la conservazione delle emergenze
archeologiche.
L'importanza dello studio
geoarcheologico
Lo studio geoarcheologico è
davvero affascinante. Guardare un sito con un occhio geoarcheologico ci
permette di interpretare i resti non solo come semplici strutture
architettoniche, ma come vere e proprie manifestazioni di un legame profondo
tra l'uomo e il paesaggio circostante. Ogni pietra, ogni traccia di muro, ogni
pezzo di roccia affiorante racconta una storia di scelte, tecniche e necessità.
Continuo a esplorare per
cercare di comprendere meglio:
• come l'insediamento si sia sviluppato nel corso del tempo,
• in che modo la geologia abbia influenzato la disposizione degli spazi e delle loro funzioni,
• quali materiali locali siano stati utilizzati e lavorati.
Spero che queste riflessioni possano aiutare a far crescere la consapevolezza riguardo al valore culturale, storico e ambientale del Monte San Domenico – un luogo dove la pietra racconta e la storia si fa sentire.
Per approfondire consultare:
https://www.academia.edu/37490335/M_te_San_Domenico_un_sito_dinteresse_geoarcheologico
https://www.academia.edu/resource/work/44762224
https://www.academia.edu/resource/work/44695008
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