Un itinerario geoturistico nel Parco Regionale dei M.ti Picentini (Appennino campano-lucano)



Questo itinerario nasce dall’intento di divulgare il patrimonio geologico del Parco Regionale dei M. Picentini, in Campania.

Il percorso non è certamente esaustivo dell’articolata geologia e geomorfologia del gruppo dei M. Picentini. Esso rappresenta però, uno dei migliori esempi, a noi vicino, dell’esemplificazione dei fenomeni geologici e morfologici che caratterizzano l’Appennino campano.

La bellezza dei luoghi e la presenza di una fitta rete di strade intercomunali di facile percorribilità che conducono ai geositi di interesse regionale e ad altri locali di non minore interesse, (CATALDO G. 2007; BUDETTA P. et Al. 2008). renderebbero di facile attuazione il progetto di valorizzazione turistica in chiave geologica dell’area, a complemento dellʼofferta ambientale, che le Amministrazioni locali stanno già da qualche tempo promuovendo.

L’itinerario geoturistico

In questo settore della catena appenninica sono rappresentati termini geologici dalle più antiche età mesozoiche con successioni carbonatiche di piattaforma indicative di un ambiente sedimentario di mare basso alle più recenti successioni mioceniche di mare profondo dei terreni flyschoidi. Il percorso geo-naturalistico si snoda nellʼarea irpina dellʼEnte Parco Naturale dei M. Picentini congiungendo luoghi che mostrano alcuni aspetti significativi della storia geologica e geomorfologica dell’Appennino campano e che sono famosi anche per importanti identità culturali e rilevanti tradizioni eno-gastronomiche locali.

Lʼitinerario geologico proposto è quello che da Castelvetere sul Calore porta allʼabitato di Bagnoli Irpino e quindi a Lago Laceno, attraversando la dorsale dei M. Picentini su strade di fondovalle a scorrimento medio-veloce alternate a suggestivi percorsi di montagna.

L’itinerario è così strutturato (fig. 1):



Fig. 1 - Ubicazione dell'area


Sito n. 1: Vallone Remolise. Castelvetere sul Calore (La sedimentazione sinorogena della Formazione di Castelvetere)

In questa località è particolarmente ben esposta la successione stratigrafica cenozoica del flysch di Castelvetere (PESCATORE et Al., 1970). Al disopra dei calcari a rudiste di M. Civitella è visibile lʼappoggio stratigrafico discordante del flysch mentre in località Cervinara si notano piccoli rilievi olistolitici calcarei immersi nei depositi arenacei. Proprio su uno di questi blocchi è costruito il paese di Castelvetere sul Calore (fig. 2).

Più a valle, nei pressi della fermata di Castelvetere, si può osservare il contatto tettonico con i terreni lagonegresi del Flysch Rosso. La deposizione di tale successione terrigena di scarpata-conoide sottomarina viene attribuita ad un ambiente batiale con profondità superiori a – 500 metri. Dal punto di vista cronostratigrafico la successione viene riferita al Tortoniano sup. - Messiniano inf.

Il piccolo centro dal quale ha preso il nome la formazione geologica è conosciuto per la produzione di formaggi e vini Taurasi.



Fig. 2 - Blocco calcareo inglobato nei depositi flyschoidi


Sito n. 2: Piana-Inghiottitoio Bocca del Dragone

A nord dell'abitato di Volturara Irpina si estende una vasta pianura con un bacino di alimentazione di circa 40 km2, conosciuta come Piana del Dragone (fig. 3).

Rappresenta un'area di notevole interesse a deflusso endoreico dell'Appennino meridionale: in essa, infatti, le acque piovane generano un ruscellamento superficiale che non ha un recapito esterno, ma viene assorbito da un inghiottitoio carsico situato sul margine meridionale della piana, a circa 1 km a est del centro urbano (CIVITA M. 1969; CELICO P. & RUSSO D. 1981).

La Piana ha origine tettono-carsica, e l'inghiottitoio del Dragone, attualmente attivo, ne costituisce una prova evidente. Il suo fondo si trova a un'altezza di circa 700 m s.l.m., ed è circondato da un rilievo continuo che si eleva da 1100 metri del M. Vena dei Corvi, a nord, fino a 1789 metri del Monte Terminio, a sud.

Studi di carattere idrogeologico hanno dimostrato che l'inghiottitoio è in comunicazione diretta con le sorgenti di Cassano Irpino.



Fig. 3 - La Piana del Dragone da M.te Costa



Sito n 3: Grotta-Inghiottitoio di Candraloni

Questa grotta si apre sul M. Terminio, nelle vicinanze del ristorante "la Bussola", e risulta chiaramente posizionata su una frattura tettonica che, con direzione NW-SE, attraversa calcari cretacei per circa 900 metri. L'ingresso si presenta come un'ampia apertura in una zona fortemente fratturata (fig. 4). Durante il suo sviluppo, si possono osservare morfologie di crollo e strutture tettoniche interessanti, che hanno implicazioni dirette sull'origine della cavità (BELLUCCI F., et Al. 1989). È presente un'attività idrica con stillicidio attivo, legata a un concrezionamento di tipo stalagmitico. La visita richiede competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di speleologi esperti.



Fig. 4 - L’ingresso della Grotta di Candraloni


Sito n. 4: Grotta del Caliendo

La Grotta del Caliendo (fig. 5) si trova a un'altitudine di 866 m s.l.m. su una parete rocciosa nel Vallone omonimo, da cui scaturisce una cascata visibile anche dal primo tornante della SS 368 che collega Bagnoli Irpino al Piano Laceno. La grotta funge da emissario per il Lago Laceno, che vi riversa le sue acque attraverso l'inghiottitoio di Ponte Scaffa (BRANCACCIO L. & CINQUE A. 1988; BELLUCCI F. et Al. 1983).

Il sistema ipogeo, che si estende per circa 4.000 m, fu scoperto e in gran parte esplorato da Giovanni Rama intorno al 1930. Presenta uno sviluppo planimetrico sub-orizzontale, con un orientamento approssimativo est-ovest e un dislivello massimo di 202 m.

Una delle zone più affascinanti dell'intero antro è senza dubbio l'area d'ingresso, che presenta due aperture: l'Ingresso alto, da cui si accede attualmente, e l'ingresso basso, da cui l'acqua fuoriesce nei periodi invernali. Dall'ampio ingresso, che raggiunge un'altezza di 50 m, inizia il percorso verso l'interno.

Alla fine del suo sviluppo, il sistema carsico si avvicina al Piano Laceno, dove è previsto l'apertura di un ingresso artificiale nei pressi dell'inghiottitoio di Ponte Scaffa.



Fig. 5 - L’ingresso basso della Grotta del Caliendo (http://www.laceno.org/)


Sfortunatamente, recentemente, la grotta ha visto un aumento significativo di visitatori, spesso in modo incontrollato, portando così a una compromissione dell'ambiente sotterraneo. Si avverte quindi, in modo sempre più pressante, la necessità di attuare iniziative volte a tutelare la grotta e a regolarne l'accesso. È sempre obbligatorio essere accompagnati da guide esperte durante la visita.

Sito n. 5: Altopiano di Laceno

L’altopiano di Laceno (fig. 6), attrezzato come un villaggio alpino, è una meta per il soggiorno invernale degli appassionati della montagna e rappresenta uno dei luoghi montani più affascinanti dell’intera regione. È situato all’interno di una valle circondata da rilievi calcarei formati dall’azione combinata della tettonica e del modellamento carsico. Qui si possono trovare numerose grotte, colline dolcemente ondulate, doline, oltre a pianori, sorgenti e torrenti che talvolta scorrono in modo sinuoso e aspro, altre volte in modo calmo e silenzioso. Lungo i versanti dei rilievi si possono osservare valli sospese, resti di antiche valli interrotte da eventi tettonici e riformate dalle acque che scorrono. Alla loro base, frequentemente, si sono formate conoidi detritico-alluvionali dalla caratteristica forma a ventaglio. Il fondo dell’altopiano è in parte occupato da un lago naturale la cui estensione varia in base alle precipitazioni.


Fig. 6 - L’altopiano di Laceno


Numerosi sono i siti naturalistici di grande valore ambientale e di concreta accessibilità che rendono questo luogo un autentico paradiso per gli amanti dell'escursionismo naturalistico. Le destinazioni più affascinanti includono il M.te Cervialto (1809 m. s.l.m.), la cui cima offre una vista di straordinaria bellezza che si estende fino al mar Tirreno e all'Adriatico, insieme alle vette della montagna Grande (1507 m. s.l.m.) e del M.te Raiamagra (1667 m. s.l.m.).

Conclusioni

I tratti geologici e la fenomenologia carsica descritti in questo articolo possono rappresentare un'opportunità per uno sviluppo sostenibile, mediante la realizzazione di progetti di itinerari di fruizione scientifico-culturale (geoturismo), in accordo con la salvaguardia delle risorse naturali di cui il Parco dei M.ti Picentini è particolarmente ricco, soprattutto per le loro peculiarità.

Aspetti geologici e geomorfologici che meritano una attenzione particolare in questo territorio sono:

a) la presenza di rilievi testimoni degli eventi geologici mesozoici e cenozoici;

b) il carsismo, specialmente ipogeo, che annovera il sistema carsico delle grotte del Caliendo tra i più importanti in Campania;

c) l’evoluzione Plio-Pleistocenica del paesaggio, in particolare lungo i principali rilievi e nelle zone intramontane.

Alle valenze geologiche si aggiungono la presenza di numerosi Siti di Interesse Comunitario, di Zone di Protezione Speciale, dell'Oasi WWF di Senerchia, i quattro fiumi importanti - il Sabato, l'Ofanto, il Calore, il Sele – la ricchezza della Biodiversità, la presenza di risorse storico architettoniche di pregio, soprattutto edifici di culto come il Santuario del SS. Salvatore, il Convento di S. Francesco a Folloni, nei dintorni di Montella, il Santuario di S. Gerardo Maiella, a Materdomini, la vicina Abbazia del Goleto, il fenomeno dell'incastellamento. Non va dimenticato infine, che il territorio è ricco di testimonianze archeologiche, che vanno dalla Preistoria all’età medievale.

Inoltre, i vini DOCG Fiano di Avellino e Taurasi, i formaggi di qualità, i prodotti del sottobosco, gli allevamenti allo stato brado e la presenza di attività ristorative, sono tutte risorse che costituiscono un punto di forza su cui poter contare.

I geositi visitati in questo itinerario dovrebbero essere quindi protetti da qualsiasi modificazione irreversibile e nel contempo valorizzati, nella prospettiva di promuovere il progresso economico, sociale e culturale delle popolazioni di quest’area ricca di bellezze naturali.


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI


BELLUCCI F., BRANCACCIO L., CELICO P., CINQUE P., GIULIVO I., SANTO A.,TESCIONE M. (1983) – L’evoluzione geomorfologica, carsismo e idrogeologia della grotta del Caliendo (Campania). Le Grotte d’Italia, Bologna (4), XI.

BELLUCCI F., et Al..(1989) – Evoluzione geomorfologica e carsismo della Grotta di Candraloni. Atti del XV Congresso Nazionale di Speleologia.

BRANCACCIO L., CINQUE A. (1988) – La grotta Bocca di Caliendo nel quadro morfoevolutivo del massiccio del Cervialto. L’Appennino Meridionale, Annuario del CAI, Napoli.

BUDETTA P, DUCCI D. & CORNIELLO A (2008) – Relazione carta dei Geositi. In: Progetto Database territoriale, Unione Europea, Repubblica Italiana, Regione Campania e Parco Regionale dei Monti Picentini.

CATALDO G. (2007) - Ricerche nel Parco Regionale dei Monti Picentini per l’individuazione di siti e itinerari geologici - Università di Napoli “Federico II” – Dipartimento di Scienze della Terra. Tesi di Laurea in Scienze Geologiche, Napoli.

CIVITA M. (1969) – Idrogeologia del Massiccio del Terminio-Tuoro (Campania). Mem. e Note Ist. Geol. Appl., Napoli, 11.

CELICO P. & RUSSO D. (1981) – Studi idrogeologici sulla Piana del Dragone (Avellino). Boll. Soc. Natur., Napoli, XC.

PESCATORE et Alii (1970) – Lineamenti di tettonica e sedimentazione nel Miocene dell’Appennino campano-lucano. Mem. Soc. Nat. Napoli 78,


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