Alcuni anni di ricerche sul Patrimonio geologico del Parco dei Monti Picentini
La ricerca e lo studio del patrimonio geologico di una regione sono un campo di grande interesse per i ricercatori. È stato universalmente riconosciuto il ruolo cruciale che la protezione e la valorizzazione delle caratteristiche fisiche significative del territorio possono avere, sia dal punto di vista scientifico che didattico.
Il Patrimonio geologico è costituito dai geositi di un’area cioè, porzioni della geosfera che sono particolarmente importanti per comprendere la storia della Terra. Questa conoscenza rappresenta quindi una risorsa preziosa del territorio (ARNOLDUS-HUYZENDVELD A. et al., 1995; WIMBLEDON W.A.P. et al., 1999).
I geositi sono entità concrete, fisicamente delimitabili, e devono essere considerati come:
a) strumenti per la pianificazione territoriale e
ambientale;
b) elementi per la creazione di itinerari geoscientifici;
c) strumenti per la valorizzazione dell’ambiente;
d) elementi per sensibilizzare la popolazione sulle
questioni ambientali;
e) oggetti di studio e ricerca.
In questo contesto, i geositi rappresentano un “valore
aggiunto” e contribuiscono in modo significativo allo sviluppo sostenibile del territorio, soprattutto se inseriti in un’area protetta come il Parco
Naturale Regionale dei Monti Picentini. In questa luce, essi sono una
componente essenziale non solo del Patrimonio Naturale, ma anche del Patrimonio
Culturale.
LE RICERCHE
L’area dei Monti Picentini, dove tale approccio culturale trova una sua inequivocabile valenza perché i particolari eventi geologici hanno creato un paesaggio molto articolato, in cui aspri rilievi montani si alternano ad incantevoli pianure, ben si presta alle tematiche di ricerca delineate in quanto:
__ presenta un patrimonio naturale ancora oggi sconosciuto;
__ è un’area di particolare bellezza paesaggistica;
__ è un’area il cui potenziale turistico non viene sfruttato adeguatamente;
__ gran parte del territorio è già da alcuni anni sotto il vincolo di tutela del Parco Regionale dei Monti Picentini ed è stato catalogato come area S.I.C. e Z.P.S.
Queste ricerche si fondano su osservazioni fatte dall’Autore (CATALDO G., 2007) riguardanti l’applicazione dei criteri di ricerca, selezione e censimento dei geositi in quest’area, in particolare nella zona dei monti Terminio-Tuoro, Cervialto e Accellica. Qui si riassumono i risultati più significativi ottenuti riguardo alle emergenze geologiche e geomorfologiche, che sono altrettanto importanti quanto quelle faunistiche e floristiche, e che si trovano in una zona protetta di grande valore, il Parco Regionale dei Monti Picentini.
Nell’individuare i siti, si è tenuto conto della loro rilevanza scientifico-didattica e socio-economica. Sono stati anche considerati i vincoli esistenti, il grado di conservazione e l’interesse scientifico del sito, sia a livello locale che regionale. Si è cercato di identificare siti sia per le formazioni carbonatiche di piattaforma, sia per i sedimenti terrigeni miocenici, per avere un quadro completo della geologia di quest’area. Infine, per ogni sito è stata fornita l’ubicazione geografica in termini di cartografia e coordinate Gauss-Boaga.
Il progetto di ricerca è stato sviluppato secondo le seguenti fasi:
I° fase: analisi del territorio mediante lo studio bibliografico e i rilievi sul terreno;
II° fase: ricerca ed individuazione di siti geologici s.l., verifica della loro importanza, del loro stato di conservazione e della loro vulnerabilità;
III° fase: le proposte di gestione e valorizzazione attraverso percorsi d’interesse scientifico-naturalistico.
Di ogni sito è stato valutato il suo grado di interesse ed il suo significato scientifico nell’ambito dei fenomeni interessanti l’intero sistema montuoso.
- Per la geologia è stato dato risalto a quelle situazioni che hanno un significato stratigrafico-strutturale per la conoscenza dell’evoluzione di questo settore di catena sud-appenninica.
- Per la paleontologia si sono scelti quei luoghi dove si rinvengono fossili ben esposti, che hanno valore stratigrafico e/o paleoecologico.
- Nello studio geomorfologico si sono analizzati quei processi che nel corso del tempo hanno modellato le forme del paesaggio. Sono state messe in evidenza sia le macro che le microforme mettendone in relazione la genesi con il clima attuale e quello passato.
- Per la geoarcheologia, si è voluto mettere in evidenza come l’assetto geologico e morfologico dell’area abbia condizionato le attività antropiche di manufatti d’epoca medievale presenti nel territorio di Chiusano di S. Domenico, quali il castello longobardo, la Chiesa di S. Domenico e l’Eremo di S. Guglielmo, sin dal loro primo insediamento.
Ogni sito è stato oggetto di dirette osservazioni di campagna durante le quali è stato valutato il suo grado di interesse ed il suo significato scientifico, nell’ambito dei fenomeni interessanti l’intero sistema montuoso.
E’ possibile tentare una prima schematizzazione delle caratteristiche peculiari riscontrate:
- presenza di rocce carbonatiche di ambienti di mare basso e di avanscogliera con chiare strutture sedimentarie e tettoniche;
- lembi trasgressivi residui di flysch miocenico in contatto discordante sul Mesozoico;
- le formazioni marine affioranti sono ricche di resti fossili anche se pochi sono i giacimenti di una certa importanza;
- morfologie carsiche, fluvio-carsiche, periglaciali e strutturali;
- è stato censito un rilievo calcareo sulla cui cima insistono due manufatti d’epoca medievale, quali il castello longobardo e la Chiesa di S. Domenico, nel territorio di Chiusano di San Domenico.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Nel Parco Regionale dei Monti Picentini, e in particolare nella zona più settentrionale, è stata individuata una rete di siti di grande interesse geologico. Ci sono diverse località che, grazie alla loro esposizione e caratteristiche, offrono una chiave di lettura dei processi geologici che hanno interessato la zona.
In un’ottica di tutela ambientale e valorizzazione degli elementi del paesaggio geologico, i geositi selezionati sono considerati risorse, intese come beni non riproducibili su cui indirizzare azioni equilibrate.
La creazione di centri espositivi e la progettazione di itinerari geologici (CATALDO G., 2014) attraverso l’inserimento dei geositi in percorsi scientifico-culturali multidisciplinari, che includono punti di osservazione panoramici, aree ricreative e di sosta, renderebbe il territorio accessibile non solo per scopi ricreativi, ma anche per attività divulgative e formative.
La presenza simultanea di siti di interesse storico e architettonico, insieme a ecosistemi con un alto grado di naturalità (come boschi, zone umide e macchia mediterranea), aggiunge ulteriore valore ai beni geologici.
Le azioni destinate a proteggere e valorizzare i geositi devono concentrarsi sulla ricostruzione e/o rivalutazione dell'ambiente naturale in cui si trovano (come il recupero di cave abbandonate).
L'istituzione di geositi è un passo concreto verso la conservazione e la valorizzazione del nostro vasto patrimonio ambientale, che include bellezze naturali, beni archeologici, folkloristici e culturali della nostra terra. Una gestione attiva e bilanciata, integrata con la componente scientifica, considerata ora come un valore aggiunto al già ricco patrimonio naturalistico e ambientale, garantirebbe:
- la protezione e la conservazione dell'ambiente naturale
- il rilancio delle attività agro-silvo-pastorali
- l'incentivazione di attività economiche innovative per aumentare il turismo
- l'organizzazione di attività escursionistiche, di ricerca scientifica e di divulgazione didattico-educativa.
Il progetto di ricerca sul Patrimonio geologico di questa zona, se sostenuto dalle Amministrazioni locali e centrali, potrebbe diventare una solida fonte di sviluppo socio-economico per la popolazione residente. Tuttavia, al momento, siamo ancora lontani da una conoscenza veramente approfondita della zona.
Le ricerche condotte finora confermano l'importanza naturalistica dell'area e, in particolare, la sua elevata diversità geo-ambientale, sottolineando la necessità di una gestione attenta che armonizzi le sue caratteristiche naturali con lo sviluppo umano.
LAVORI CITATI
ARNOLDUS-HUYZENDVELD A. et alii, (1995) – I beni culturali a carattere geologico: I geotopi. Un approccio culturale al problema. Geologia Tecnica e Ambientale, 4, Roma.
CATALDO G. (2007) – Ricerche geologiche nel Parco Regionale dei Monti Picentini: Individuazione e studio di geositi ed itinerari geologico-ambientali per la valorizzazione dell'area. Università di Napoli “Federico II”, Dipartimento di Scienze della Terra, Tesi di Laurea in Geologia ambientale, Napoli.
CATALDO G. (2014) – Introduzione agli itinerari geologico-ambientali nel gruppo del M.te Tuoro (Parco Regionale dei M. Picentini). Comune di Chiusano di S. Domenico, Commissione Ambiente.
FABBRI M. & ZARLENGA F. (1996) – I beni culturali geologici. Verde Ambiente, 1, Roma.
WIMBLEDON W.A.P., ANDERSEN S., CLEAL C.J., COWIE J.W., ERIKSTAD L., GONGGRIJP G.P., JOHANSSON C.E., KARIS L.O., SUOMINEN V. (1999), Geological World Heritage: Geosites – a global comparative site inventory no enable prioritisation for conservation, in Gisotti G., Zarlenga F., Mem. Descr. Carta Geol. D’It., Volume LIV, 45-60.
ZARLENGA F. (1996) – I geotopi, dalla ricerca scientifica alla pianificazione, controllo e gestione. Geologia dell’Ambiente, 4, Roma.
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