Un geologo tra Patrimonio geologico e valorizzazione del Monte Tuoro

Camminare lungo i sentieri del M.te Tuoro, situato nel cuore dell’Irpinia, non implica soltanto l’attraversamento di un paesaggio naturale di straordinaria bellezza, ma anche la possibilità di percorrere strati temporali, di leggere la storia profonda della Terra scritta nelle rocce, nei rilievi e nelle forme del terreno. In qualità di geologo per la Commissione Ambientale del Comune di Chiusano di San Domenico, ho avuto il privilegio di osservare e studiare questi luoghi non solo con l’occhio del ricercatore, ma anche con il rispetto e la curiosità di chi condivide la vita quotidiana, l’identità e le fragilità del territorio.


Il mio lavoro in quest'area, iniziato gìà ai tempi dell'Università, si è sviluppato tra attività di ricerca scientifica, supporto tecnico agli enti locali per la valorizzazione del territorio e divulgazione del patrimonio geologico attraverso progetti ed escursioni guidate. 

È in questo intreccio tra scienza, ambiente e comunità che si forma un racconto composto da rocce, acque, antichi fondali marini e trasformazioni millenarie, ma anche da persone, cultura e senso del luogo.

Uno degli aspetti più affascinanti di questo territorio è la sua straordinaria geodiversità, che si manifesta in una varietà di geositi di notevole interesse scientifico e paesaggistico. Dalla Piana carsica di Santa Agata, esempio significativo di modellamento superficiale in ambiente carbonatico, ai rilievi di Monte Tuoro e Monte Luceto, testimonianze della piattaforma carbonatica mesozoica; dalla zona di Monte San Domenico, con la sua chiesa e i ruderi del castello medievale che dominano affioramenti calcarei, fino all’Eremo di San Guglielmo della Valle, incastonato in un paesaggio suggestivo su affioramenti arenacei flyschoidi, arricchito da una piccola cascata naturale.

Tra le formazioni rocciose più rappresentative, si distinguono gli affioramenti del flysch di Castelvetere, ben visibili lungo i versanti collinari e in particolare nei tratti modellati dalla rete idrografica secondaria. Questo flysch, composto da alternanze ritmiche di marne, arenarie e argilliti, costituisce un’importante testimonianza delle fasi compressive che hanno plasmato l’Appennino meridionale durante il Cenozoico. Le strutture sedimentarie ben conservate, come i piani di stratificazione, le laminazioni interne e i contatti tra i letti torbiditici, offrono un’interessante lettura dei processi di trasporto sottomarino e sedimentazione in ambienti di bacino profondo.

Di particolare importanza sono anche gli affioramenti calcarei mesozoici della piattaforma carbonatica appenninica, chiaramente osservabili sulla panoramica strada di Monte San Domenico e lungo le pendici di Monte Vena dei Corvi. Qui la successione stratigrafica si sviluppa in potenti banchi di calcari compatti e ben stratificati, a volte intensamente fratturati, intercalati da livelli più sottili e variamente fossiliferi, che documentano ambienti di sedimentazione marina di piattaforma tra il Giurassico superiore e il Cretaceo. In queste rocce, talvolta, si rinvengono resti fossili di organismi marini come rudiste, foraminiferi bentonici e frammenti di coralli coloniali, indicatori paleoambientali preziosi per la ricostruzione dei paesaggi antichi.

Questi affioramenti non solo aiutano a delineare il quadro evolutivo geologico dell’Appennino campano, ma rappresentano anche veri e propri "archivi naturali", da cui emerge con chiarezza la memoria profonda del territorio. La loro presenza visibile e accessibile lungo sentieri, strade e itinerari escursionistici consente una fruizione consapevole del paesaggio, facilitando il dialogo tra scienza, educazione ambientale e valorizzazione turistica.


Il ruolo del geologo nei geositi: scienza, tutela e divulgazione

Chiusano di San Domenico, situato a un'altitudine di 700 m e con una popolazione di poco oltre duemila abitanti, si staglia modestamente nel panorama irpino, ma custodisce al suo interno una profonda stratificazione di storia, cultura e geologia. In questo luogo, l'interazione complessa tra rocce, acque e attività umane contribuisce a creare un patrimonio unico, spesso trascurato, che grazie alle attività divulgative viene riportato al centro del dialogo tra comunità, istituzioni e scuola.

Essere un geologo a Chiusano implica lavorare in un'area che, sebbene sia marginale rispetto ai circuiti accademici o turistici più conosciuti, conserva un patrimonio geologico di eccezionale valore e che è compreso nell'importante area protetta del Parco Regionale dei Monti Picentini. 

Il geologo, in questo contesto, riveste un ruolo fondamentale non solo nella ricostruzione della storia geologica del territorio, ma anche nella valutazione del rischio idrogeologico, nella gestione del paesaggio e nella valorizzazione sostenibile delle risorse naturali. L’approccio adottato è integrato: la mappatura e classificazione dei geositi è stata accompagnata da un lavoro di sensibilizzazione sul campo, a volte in collaborazione con scuole e associazioni ambientaliste locali.

In qualità di ricercatore e tecnico per la Commissione Ambientale del Comune, il mio lavoro si è sviluppato in diverse direzioni, tutte profondamente interconnesse: dal rilevamento e studio degli affioramenti, alla redazione di schede descrittive e relazioni tecniche, fino all’organizzazione di attività divulgative e percorsi geoturistici per la cittadinanza e i visitatori con l'obiettivo di orientare le politiche locali verso una tutela consapevole e la valorizzazione dei principali siti geologici noti anche come geositi. 

Tra questi, merita una menzione speciale il rilievo del castello medievale e della Chiesa di San Domenico, eretti su un affioramento calcareo strutturato in monoclinale e delimitato da faglie dirette: rocce che non solo costituiscono la base geologica del sito, ma hanno anche influenzato direttamente l'assetto architettonico e difensivo.


Le escursioni geologiche: divulgazione attiva sul campo

Nel mio incarico come guida geologica sul campo, ho condotto gruppi di visitatori, studenti e appassionati attraverso percorsi organizzati che collegano geologia, paesaggio e cultura. 

Ogni escursione è stata concepita come esperienza immersiva, in cui i partecipanti possono osservare il paesaggio con occhi nuovi, comprendendo come le forme del terreno, i tipi di roccia e la loro disposizione raccontino eventi geologici risalenti a milioni di anni fa. Non si tratta solo di trasmettere conoscenze, ma di suscitare stupore, rispetto e un senso di appartenenza.

Tra i siti più significativi si annoverano:

Monte San Domenico, la cui cima offre una delle più ampie vedute panoramiche sull’Appennino campano. Da questo punto, la struttura tettonica a pieghe e faglie è chiaramente visibile nei rilievi orientati NW-SE. 

La successione stratigrafica che si può osservare è costituita da calcari mesozoici della piattaforma carbonatica, intensamente fratturati e disposti secondo una struttura monoclinale. Questo sito rappresenta un eccellente punto di osservazione geologica, ma è anche un luogo ricco di storia, grazie alla presenza della chiesa di San Domenico e dei resti del castello medievale, costruiti su affioramenti rocciosi strategici.




• L’Eremo di San Guglielmo della Valle e la cascata naturale adiacente si trovano in un contesto di elevata naturalità, tra versanti rocciosi ricchi di vegetazione e attraversati da corsi d’acqua superficiali. La cascata è il risultato di un piccolo salto geologico lungo un dislivello naturale creato da fratture nei calcari, ed è particolarmente suggestiva durante i periodi di piena. Questo luogo combina l’interesse geologico e geomorfologico con la dimensione spirituale e storica, rendendolo un esempio perfetto di geo-paesaggio culturale.




• Nella località Taggiano (nota anche come Bellavista) si apre uno dei punti panoramici di eccellenza del territorio. La vista si estende fino alla Piana del Dragone a Volturara Irpina, una depressione endoreica di origine tettonico-carsica, soggetta a periodici allagamenti. Sullo sfondo si erge il Monte Terminio, uno dei rilievi calcarei più significativi dell’Appennino meridionale, composto da potenti banchi carbonatici e da un reticolo di faglie che ne definisce la morfologia attuale. Questo punto di osservazione è particolarmente utile per illustrare la relazione tra l’assetto geologico regionale e la morfologia del paesaggio.




Monte Vena dei Corvi: lungo la strada si possono osservare affioramenti di piattaforma carbonatica, con stratificazioni regolari e livelli fossiliferi ricchi di rudiste, foraminiferi bentonici e resti corallini —  preziosi indicatori di paleoambienti marini tra Giurassico superiore e Cretaceo.




La Piana carsica di S. Agata rappresenta un classico esempio di conca chiusa su substrato carbonatico, caratterizzata da doline e depressioni che raccolgono le acque meteoriche. La presenza della sorgente omonima attesta l'esistenza di un sistema carsico attivo, in cui le acque seguono percorsi sotterranei complessi prima di riemergere. Questo sito è fondamentale per comprendere le dinamiche idriche nel sottosuolo e l'equilibrio tra geologia e risorse naturali.



Monte Tuoro e Monte Luceto: due rilievi modellati su un substrato calcareo mesozoico, che si ergono come testimonianza delle antiche piattaforme marine appenniniche.



Valore culturale ed educativo del patrimonio geologico

     Il patrimonio geologico non rappresenta soltanto un argomento di interesse tecnico o scientifico: si configura come un collegamento tra la comunità e la profonda realtà del territorio. Durante le escursioni, il dialogo prosegue con riflessioni sul paesaggio: in che modo le rocce hanno influenzato l'uso del territorio, gli insediamenti e le modalità di difesa; come le acque e i corsi fluviali abbiano plasmato il territorio, creando luoghi sacri come l’eremo o spazi collettivi come la piana carsica.

     Queste esperienze, se integrate in un progetto territoriale di valorizzazione, possono trasformare ogni geosito in una risorsa culturale e turistica, capace di attrarre appassionati, visitatori e gruppi scolastici; di rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini; e di stimolare l’economia locale, ad esempio in sinergia con il turismo enogastronomico.

     La divulgazione geologica, per risultare efficace, deve coinvolgere il territorio: non è sufficiente spiegare le rocce, è necessario narrare il paesaggio vissuto, collegarlo alla storia, all’acqua e alle comunità. I geositi dell'area Parco diventano così strumenti educativi e culturali, utili a costruire un'identità territoriale più consapevole e sostenibile.

     Nel corso degli anni, con il supporto della Commissione Ambientale del Comune e grazie alla collaborazione con associazioni locali, ho promosso escursioni e relazioni tecniche che hanno consentito a molte persone di riscoprire il valore del proprio paesaggio, non solo come sfondo, ma come memoria geologica collettiva.


     Conclusioni e prospettive

     Il mio impegno come geologo è finalizzato a mettere in luce l’autenticità di questo territorio: un equilibrio tra natura, storia e presente. I prossimi passi prevedono:



  • la realizzazione di itinerari geopedagogici con pannelli informativi e punti di osservazione geologica lungo i sentieri;
  • la promozione di corsi di formazione ambientale, in collaborazione con scuole e associazioni, per diffondere consapevolezza sul rischio idrogeologico e sulla fragilità del territorio carsico;
  • la valorizzazione in chiave turistica, con percorsi integrati che uniscono geologia, archeologia, storia e sapori locali.



Invito chiunque legga queste righe a visitare Chiusano con occhi nuovi: non solo per ammirare la sua bellezza naturale, ma per ascoltare il racconto profondo delle sue rocce, dei suoi rilievi e delle sue acque. Un racconto che parte da milioni di anni fa, ma che può ancora insegnarci molto sul presente e sul nostro rapporto con la Terra.


Per approfondimenti consultare:


https://www.academia.edu/128898251/Un_itinerario_geoturistico_nel_territorio_di_Chiusano_di_San_Domenico_AV_

https://www.academia.edu/128843609/Piana_S_Agata_un_potenziale_geosito_carsico_del_Parco_Regionale_dei_Monti_Picentini

https://www.academia.edu/40040525/A_geotourism_itinerary_in_the_Picentini_Mountains_Regional_Park

https://www.academia.edu/42118804/Studio_del_territorio_del_monte_Tuoro_per_la_progettazione_di_un_itinerario_geonaturalistico










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