Alla scoperta della Grotta di Candraloni: natura, escursione e tutela
Nel cuore
del Parco Regionale dei Monti Picentini, tra verdi faggete e limpidi
torrenti, si trova un luogo di eccezionale bellezza e mistero: la Grotta di
Candraloni (Fig. 1). Questa formazione naturale si è creata attraverso un lungo
processo geologico che ha modellato anche il paesaggio circostante.
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Fig. 1 - Area circostante alla grotta |
Istituito nel
1993, il Parco Regionale dei Monti Picentini è un'area protetta che si estende
per oltre 60.000 ettari e comprende i comuni di Serino, Montella e Bagnoli
Irpino. Il parco è caratterizzato da un paesaggio montano variegato e da una
ricca biodiversità, con foreste di faggi, sorgenti limpide e animali selvatici
come volpi, caprioli e aquile reali.
La grotta si
trova sul monte Terminio, nei pressi del Rifugio Candraloni, ad un'altitudine
di circa 1.250 metri. Qui le acque del torrente Candraloni scompaiono nel
sottosuolo, creando un suggestivo salto nel buio.
Per raggiungere la grotta è possibile
intraprendere un'escursione ad anello che parte dal Piano di Verteglia, un
altopiano situato a circa 1.200 metri di altitudine. Il percorso, di difficoltà
medio-facile, si snoda tra boschi di faggio e prati montani, offrendo panorami
mozzafiato e la possibilità di avvistare la fauna locale.
Cenni di geologia e geomorfologia
Il massiccio del monte Terminio
rappresenta un elemento fondamentale della struttura picentina, delimitato a
ovest dalla valle del F. Sabato e a est dalla valle del Calore. Dal punto di
vista geologico, fa parte dell'unità tettonica dei M. Picentini ed è circondato
a nord, ovest ed est dai terreni del flysch di Castelvetere; a sud, è limitato
dalla discontinuità strutturale che ha dato origine alla Piana del Dragone. È
composto principalmente da calcari di retroscogliera mesozoici della
Piattaforma sudappenninica.
La morfologia è estremamente
variegata, caratterizzata da brusche alternanze di dirupi e creste rocciose,
strapiombi e profonde incisioni, con ampi piani montani. Gli agenti che hanno
modellato questo paesaggio sono stati principalmente la tettonica, responsabile
della creazione di rilievi e depressioni interne. Successivamente, l'erosione
subaerea causata dal gelo e il carsismo hanno ulteriormente differenziato il
paesaggio, dando origine a profondi inghiottitoi e doline, soprattutto nelle
aree con pendenze più dolci. Infine, il deposito di materiali piroclastici
vesuviani ha ammorbidito le forme impervie, colmando le depressioni e favorendo
la crescita di ampie coperture vegetali.
La morfologia della Grotta di Candraloni
La formazione della Grotta di
Candraloni è frutto dell'erosione causata dall'acqua piovana che ha agito su
rocce calcaree fortemente fratturate. Quando la pioggia cade, si arricchisce di
anidride carbonica, formando acido carbonico. Questo acido interagisce con il
carbonato di calcio presente nel calcare, dissolvendolo e creando delle cavità
sotterranee. Col passare del tempo, queste cavità si ingrandiscono, portando
alla formazione di inghiottitoi e grotte.
La grotta di Candraloni, che si
apre con un ampio portale alto quasi 20 metri (fig. 2), ai piedi del
versante meridionale del monte Terminio, funge da inghiottitoio intercettando
le acque del torrente Candraloni.
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Fig. 2 - Ingresso della grotta |
Si sviluppa lungo un ramo principale
(fig. 3) impiantato su una frattura tettonica
che con direzione NW-SE attraversa calcari cretacei con sviluppo di circa 900
metri fino alla risorgenza del piano delle Acquenere, e un ramo affluente, all'interno dei
quali si trovano ulteriori rami laterali più piccoli.
La sezione iniziale della grotta è
quasi verticale e si collega, tramite una serie di salti a cascata, a un
secondo tratto orizzontale; quest'ultimo ha una larghezza di 4-5 metri ed è
percorso dal torrente che scorre tra riempimenti terrazzati, prima di arrivare
a un stretto sifone terminale.
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Fig. 3 - Ramo principale della grotta (da AA.VV., 2005) |
Nel suo sviluppo si
osservano morfologie di crollo e interessanti strutture tettoniche come resti
di piani di faglia che hanno implicazioni dirette con l'origine della cavità.
E' presente attività idrica con stillicidio attivo a cui è legato
concrezionamento di tipo stalagmitico.
L'esplorazione speleologica ha rivelato che la grotta costituisce un
sistema idrogeologico tipico del Terminio, attraverso il quale le acque vengono
trasferite dai pianori a quote più elevate verso quelli a quote più basse,
tramite canali carsici sotterranei.
Valorizzazione e salvaguardia della Grotta di Candraloni
La Grotta di
Candraloni non è solo una meraviglia della natura, ma anche un importante
patrimonio ambientale che va tutelato e valorizzato affinché possa continuare a
raccontare la sua storia alle generazioni future. In un'epoca in cui i
cambiamenti climatici e l'attività umana minacciano molte aree naturali,
proteggere luoghi come questo è più importante che mai. Il territorio carsico
in cui si trovano le grotte è un delicato ecosistema in cui ogni elemento –
dall’acqua al suolo, dalla vegetazione agli animali – è parte di un equilibrio
complesso. L'inquinamento delle acque, il taglio indiscriminato della
vegetazione e lo scarico di rifiuti lungo i sentieri rappresentano una minaccia
reale per la salute dell'ambiente circostante.
Il Parco Regionale dei Monti
Picentini ha avviato, nel corso degli anni, numerose iniziative di
tutela ambientale, tra cui:
- Regolamentazione degli accessi nelle aree più sensibili, per evitare il sovraffollamento e il degrado.
- Educazione ambientale nelle scuole locali e durante le escursioni, per sensibilizzare
i visitatori sull’importanza del rispetto della natura.
- Collaborazione con gruppi
speleologici e ambientalisti, per il
monitoraggio dello stato delle cavità sotterranee.
- Promozione di turismo
sostenibile, con escursioni guidate e
valorizzazione delle risorse locali (artigianato, enogastronomia,
cultura).
La vera
conservazione di luoghi come la Grotta di Candraloni nasce dalla responsabilità
condivisa tra istituzioni, comunità locali e turisti. Tutti possono dare il
loro contributo: scegliere percorsi rispettosi della natura, rispettare le
regole del parco e raccontare l'importanza di queste aree attraverso blog, foto
e testimonianze. Tutelare la Grotta dei Candraloni significa non solo
preservare un tesoro naturale, ma anche educare le nuove generazioni al valore
della bellezza, della scienza e del legame con il territorio. La conoscenza,
unita all’esperienza diretta, è fondamentale per tradurre il rispetto per l’ambiente
in un gesto quotidiano e duraturo.
Fruizione e visita alla Grotta di Candraloni: un’esperienza tra natura e scoperta
Visitare la
Grotta dei Candraloni significa non solo osservare una meraviglia geologica, ma
anche immergersi nell’esperienza sensoriale del paesaggio montano, nel silenzio
dei boschi e nel fragore dell’acqua che scompare nel sottosuolo. Il punto di
partenza più comune per le escursioni è il Piano di Verteglia, facilmente
raggiungibile in auto da Montella (AV). Da qui parte un sentiero
escursionistico ben segnalato che conduce al rifugio e alla grotta. Il percorso
presenta un dislivello moderato e può essere affrontato anche da escursionisti
principianti con un minimo di allenamento. Il percorso ad anello è lungo circa
2 km, con un dislivello di circa 100 m e una durata media di 3-4 ore (escluse
le pause). Durante la passeggiata si attraversano boschi di faggio, radure
panoramiche e zone ricche di acqua sorgiva. In autunno la zona è un tripudio di
colori, mentre in primavera è dimora di fiori in fiore e uccelli cinguettanti.
Per una visita più consapevole e sicura si consiglia di partecipare a una visita guidata organizzata da un gruppo CAI locale, da una guida ambientale o da un'associazione locale.
L'ingresso all'interno della grotta è vietato perché pericoloso ed è consentito solo agli speleologi esperti in possesso di un permesso autorizzato. Si consiglia sempre di restare sui sentieri segnalati.
Questa visita richiede competenze specifiche, attrezzatura adeguata e
l'accompagnamento di uno speleologo esperto.
Conclusioni
In conclusione, la Grotta di
Candraloni non è solo un'importante risorsa per la comprensione del carsismo
nell'Appennino campano, ma rappresenta anche una meta imperdibile per gli
amanti della natura, offrendo un'esperienza autentica e un incontro
straordinario tra la forza della terra e dell'acqua. Visitare questo luogo
significa immergersi in un angolo di paradiso, ricco di bellezze naturali e
opportunità di esplorazione.
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